Reflessologia plantare
La Reflessologia Plantare è l’arte di trattare metodicamente i piedi per ristabilire il corretto funzionamento degli organi.
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Cos'è
La Reflessologia Plantare è l’arte di trattare metodicamente i piedi.
Scopo primo di questa arte terapeutica è quello di ristabilire il corretto funzionamento di quegli organi che con il passare del tempo possono averlo modificato o perso, ma non definitivamente.
Il massaggio viene effettuato ai punti riflessi di tutti i nostri organi interni, ossa, muscoli etc. che si trovano sui piedi stessi.
E’ una tecnica di medicina alternativa che consiste nella pressione e nel massaggio della pianta del piede, al fine di alleviare patologie o disturbi che interessano altre parti del corpo.
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La storia
Il dottor Harry Bond Bressier fu il primo a compiere ricerche storiche sulla riflessologia, risalendo a sporadiche notizie in ogni tempo ed in ogni luogo. È quindi sbagliato pensare che la riflessologia sia una tecnica proveniente esclusivamente dall’oriente, essendo sempre esistita in tutto il mondo.
All’Oriente si fa risalire la conoscenza del massaggio palmare e plantare circa 5.000 anni fa.
In India circa 4.000 anni fa furono scritti i primi “Veda” e in questi libri si può leggere che i medici, per arrivare a una diagnosi, osservavano accuratamente la mano degli ammalati.
Anche in Italia, precisamente in Valcamonica, è stato ritrovato un graffito con un feto rappresentato nel piede, risalente a 4.000 anni prima di Cristo.
In Africa, questa arte era nota e praticata da alcune tribu del Kenya.
In Egitto, precisamente nella necropoli di Sakkara, nella tomba di Akhmahor, (2330 a.C.) è stata trovata una pittura murale molto significativa per la Riflessologia.
Questo sepolcro è chiamato “la tomba dei medici” per le scene rappresentate raffigurante un medico che stimola le mani ed i piedi di un paziente; senza possibilità di equivoco, è rappresentato un massaggio riflessologico plantare e palmare.
La traduzione dei geroglifici circostanti dice “non farmi male” e la risposta è “agirò in modo da meritare la tua lode”.
In Asia, 2800 a.C. nacque l’imperatore Yiu, partorito camminando nelle orme del gigante ; da allora nella tradizione taoista troviamo le tavole di ZU Toi To, un feto nella pianta del piede che evidenzia la stretta relazione esistente.
Sempre in Asia 480 a.C. uno dei tre grandi della cultura cinese, Confucio, approfondì anche a livello filosofico L’On Zon Zu, cioè il massaggio del piede, tradizione popolare utilizzata ancora oggi in Cina, in India, in Pakistan ed in Indonesia.
Pare che anche i Maya e gli Inca usassero questa tecnica.
In America la riflessologia è conosciuta e praticata da sempre dai Nativi D’America come ad esempio dai Cherokee.
In America è una tradizione tramandata oralmente in alcune popolazioni delle riserve indiane e si ipotizza che l’abbiano appresa anticamente degli abitanti dell’America Centrale e Meridionale (Maya ed Incas).
Attualmente Jenny Fallace, una indiana Cherockee appartenente al “Clan dell’Orso”, pratica l’attività di Riflessologia del piede.
Nella sua tribù, che vive alle pendici dei monti Allegheny, la reflessologia viene usata in una cerimonia sacra cui partecipano tutti, sia sani che ammalati. I piedi poggiano sulla terra e grazie ad essa lo spirito si collega con l’universo.
I piedi rappresentano il nostro contatto con la terra e con le energie che la percorrono.
Anche il 20º presidente degli Stati Uniti James Abram Garfield (1831 – 1881) riscontrò notevoli miglioramenti, fino alla definitiva scomparsa dei dolori, facendosi trattare con delle stimolazioni ai piedi.
Per secoli le tribù Cheroche del Nord Carolina hanno riconosciuto l’importanza del ruolo del piede nel mantenimento dell’equilibrio fisico, mentale e spirituale.
Nel 1500, lo scultore Benvenuto Cellini, fu trattato con robuste pressioni sulle mani e sui piedi per guarire “diffusi dolori nel corpo”.
In Europa, intorno al 1582, i medici Adamus e A’tatis, discussero di metodi simili alla riflessologia.
In Germania il Dottor Alfons Cornelius guarì da dolori diffusi, contratti a seguito di una forma infettiva piuttosto grave.
In Russia il filosofo e medico Ivan Petrovich Pavlov, nel 1833, conduce una ricerca sui riflessi condizionati, concludendo che “tutti gli stimoli sono condizionanti e possono provocare una risposta condizionata grazie al fatto che il sistema nervoso collega, tra loro, tutte le regioni e le funzioni dell’organismo”.
Nello stesso anno Voltolini, e Mackenzie nel 1884, pubblicarono le loro scoperte sulle modificazioni che avvengono nella mucosa nasale in presenza di processi in atto nell’apparato genitale.
Alla fine dello stesso secolo l’otorinolaringoiatra W. Fliess dimostrò che anestetizzando con cocaina particolari punti del naso, si ottenevano miglioramenti di determinati disturbi genitourinari.
Nei primi anni del Novecento, il primo Riflessologo moderno fu il dott. William M. Fitzgerald, otorinolaringoiatra del Connecticut, (Usa 1872-1942) scoprì che premendo su alcune zone del corpo poteva evitare di somministrare cocaina (allora usata come anestetico) per alleviare molte sofferenze dei suoi pazienti.
Egli divise il corpo umano in 10 zone longitudinali che corrono lungo il corpo, dalla cima della testa alla punta degli alluci.
Il numero dieci corrisponde al numero delle dita delle mani e dei piedi, ed ogni dito delle mani e dei piedi rientra in una zona.
La teoria sostiene che le parti del corpo presenti all’interno di una determinata zona saranno collegate l’una all’altra per mezzo dell’energia che scorre dentro la zona stessa e possono perciò essere stimolate reciprocamente.
Allievi del dott. Fitzgerald furono il dott. J. Rilay e la sua assistente E. Ingham.
Quest’ultima approfondì il lavoro di Fitzgerald, dando il maggior contributo alla riflessologia plantare moderna, separando il lavoro delle zone riflesse in genere, da quello del piede, ed iniziando a costruire una mappa delle zone riflesse sul piede corrispondenti ai vari organi.
La sua sperimentazione inizia introno al 1902, nel 1917 pubblica il suo primo libro : “Zone Therapy, or Relieving Pain At Home” (Terapia Zonale, come alleviare il dolore a casa propria). Il libro permise la diffusione di tale conoscenza.
Intorno agli anni ’30 Eurice Ingham, massaggiatrice, intuì il valore della “nuova” terapia come alleviare il dolore a casa propria scoprendo i rapporti fra punti sensibili e anatomia.
Tracciò così la prima mappa delle zone del piede rapportate agli organi del corpo.
A differenza del suo predecessore che usava pettini ed attrezzi vari, la Ingham usa solo le dita delle mani.
E’ del 1938 il suo libro “Stories the feet can tell ” (le storie che i piedi possono raccontare). Diviene la prima divulgatrice di questa tecnica.
Negli anni ’60 alcune allieve della Ingham, come Hanne Marquardt in Germania e la Doreen Bayly in Gran Bretagna, riportano la riflessologia in Europa. In Europa la più attiva è la Marquardt che fonda in Germania la scuola di riflessologia del piede.
In Italia, la riflessologia viene introdotta da Elipio Zamboni, erborista, massoterapista e fisioterapista bergamasco diplomato in riflessologia nel 1974 presso la scuola di Hanne Marquardt e morto in un incidente stradale nel 1992.
Zamboni negli anni successivi organizza corsi di riflessologia plantare, approfondisce il lavoro della Ingham sulla mappatura del piede e fonda, nel 1987, la FIRP (Federazione Italiana Reflessologia del Piede).
Successivamente molti ricercatori di tutto il mondo hanno portato notevoli contributi, scoprendo nuovi punti o addirittura nuove reti di riflesso, rendendo questa tecnica sempre più semplice ed efficace.
Anatomia del piede
Il piede (lat. pes-pedis: piede) è la struttura anatomica situata all’estremità distale della gamba alla quale è collegato dalla caviglia.
Osservando e confrontando le caratteristiche generali del piede e della mano, entrambi dotati di cinque dita, si può rilevare una notevole somiglianza dovuta alla comune origine da strutture embrionali identiche successivamente specializzatesi.
Descrizione
Il piede rappresenta la porzione più distale dell’ arto inferiore. In esso si distinguono la caviglia, che media la continuità con la gamba, il tallone, che costituisce l’estremità posteriore del piede, il metatarso, che costituisce la porzione anteriore del piede, e cinque dita del tutto simili a quelle della mano ma prive dell’ abilità prensile a causa dei diversi rapporti che queste prendono con il metatarso.
Nella posizione ortostatica, il piede permette di distinguere una superficie inferiore detta pianta o superficie plantare del piede ed una superficie superiore detta dorso del piede.
Riflessologicamente parlando, il piede viene osservato da quattro punti di vista:
- dall’alto – vista dorsale
- dal basso – vista plantare
- dal lato interno – vista mediale
- dal lato esterno – vista laterale
Il piede è l’organo più lontano dal cuore, la sua impalcatura ossea è formata da 26 elementi raggruppati in tarso, metatarso e falangi.
Pensate che nei piedi abbiamo un quarto di tutte le 206 ossa che sostengono il nostro corpo : ogni piede ne contempla 26 che sommate con l’altro piede dà il risultato di 52 in tutto, appunto un quarto delle nostre ossa.
Il tarso (parte posteriore) comprende sette ossa:
- due nella fila prossimale : astragalo e calcagno
- cinque nella fila distale : scafoide, cuboide, 1° cuneiforme, 2° cuneiforme, 3° cuneiforme
Il metatarso (parte mediana) comprende cinque ossa lunghe (un osso per ogni dito), poste fra le ossa tarsiali distali e le falangi prossimali.
Le falangi, che si articolano sulle ossa del metatarso, sono tre per ogni dito ( prima falange, seconda falange, terza falange) esclude l’alluce che ne possiede solo due
Nel piede ‘normale’ le dita sono dritte e allungate e il secondo dito è leggermente più lungo dell’Alluce.
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